QUESTA EUROPA, QUALE EUROPA

Negli anni passati, visto che non avevamo ancora basi solide sulle quali costruirci un’ idea,  l’idea di “Europa unita” ci riempiva la bocca e ci rimandava ad una immagine piacevole nella sua astrazione ma sfuocata nella sua rappresentazione. Beh, ormai visto che l’Europa è da un pezzo che sembra e dovrebbe essere unita, l’idea, non solo mantiene i contorni sfocati di un tempo, ma sembra vieppiù utopistica che reale. Noi del Fuori Coro, una compagine di ufficiali ed agenti della Polizia Locale appartenenti a vari Comuni d’Italia che non persegue altri fini che non siano la categoria, la Riforma e tutto ciò che ci possa riguardare e valorizzare, non siamo certamente i più deputati a fare previsioni strategiche, politiche od economiche su larga scala o più propriamente legate alle accezioni dei termini succitati ma, visto che siamo “vigili” e siamo sulla strada a tentare di contrastare le umane bassezze e lo sfacelo che sembra stiano conducendo al tramonto questa nostra civiltà, non possiamo prescindere da ciò che siano scelte strategiche, politiche ed economiche almeno per quanto concerne la nostra a torto, sottostimata categoria. Nella quotidiana praticità vediamo, dalle cronache  che spesso disinformano ma che talvolta sono inoppugnabili,  che le forze di polizia di questa Europa che  tra le sue fila conta  figure professionali come la Polizia Locale e le altre forze di polizia italiane, godono di status che non solo le permettono di lavorare con maggiore sicurezza, ma anche con maggior soddisfazione, sia per gli Agenti stessi ma soprattutto per la comunità sulla quale queste vigilano. Gli ultimi episodi di quotidiano assedio ed assoluta repulsione ed idiosincrasia per quanto siano rispetto e civiltà, ci arrivano dalla nostra capitale dove individui di etnie, cittadinanze e provenienze differenti armati di coltello, minacciano od aggrediscono passanti, gli Agenti di forze di polizia che intervengono per calmarne gli spiriti ed evitare più tragici epiloghi, non lesinando insulti, minacce, danneggiamento di beni pubblici e privati ed espettorazioni salivari, a maggior spregio nostro e della nostra situazione deficitaria. Ma quale nesso può esservi tra l’incipit di questa considerazione ed il titolo che le fa da corona? La risposta, è nelle considerazioni che definiscono l’analisi ed il raffronto tra le varie forze di polizia europee e le forze di polizia italiane. Nel nostro Paese, siamo di fronte ad una carenza ormai endemica di uomini, mezzi e sopratutto di percezione del reale; mancano in sostanza, le risorse economiche, umane e la volontà di aprire gli occhi, la volontà di smettere di fingere che la tolleranza “sempre e comunque”, sia l’unità di misura della  civiltà di un paese. La civiltà di un Paese, poggia anzitutto sulla facoltà dello stesso di darsi delle Leggi e di poterle rispettare senza far ricorso ad inconcludenti ed inconsistenti scusanti, alibi fragili, a motivazioni tirate per i capelli, ed a sentenze assurde e svilenti, a giustificare comportamenti maneschi, violenti, insolenti, criminali od assassini, piuttosto che prendere di petto la questione e decidere di pretendere il rispetto che merita il Paese, la sua Costituzione e tutti coloro che le rappresentano. In buona sostanza, com’è possibile che figuri di dubbia reputazione, pregiudicati o nel caso di stranieri, già destinatari di fogli di espulsione, possano girare ancora sulle nostre strade ed impunemente aggredire, minacciando con coltelli o armi simili, passanti, cittadini ed Agenti, qualsiasi divisa essi indossino per poi essere immediatamente rimessi in libertà che spesso si traduce in libertà di reiterare reati o comportamenti criminosi? Ed inoltre, come è possibile inquisire colleghi che per tutelare la sicurezza pubblica, mettono mano all’arma di ordinanza, inquisendoli però se in caso di pericolo, quell’arma che è sempre motivo di critiche e sproloqui, non venisse estratta dall’agente coinvolto? Questo, in Europa, in questa Europa che rincorriamo e che ci detta regole precise su cosa fare e come farlo, non accade e non accade perché c’è un profondo rispetto per la divisa come istituzione e per chi la porta, chi ci sta dentro consapevole dei rischi che si corrono ma con la certezza di avere alle spalle  strutture solide o comunque più solide e presenti di quelle italiche nostre. Sempre in questa Europa dove sembriamo i cugini poveri, i colleghi hanno dotazioni e regole di ingaggio chiare e precise che giustamente non tollerano abusi di nessun tipo e da parte di nessuno,  in “entrambi i sensi di marcia” . Non sarebbe difficile se anche per noi, uomini e donne in divisa,  venissimo equiparati e  messi nelle stesse condizioni lavorative, logistiche e non ultimo economiche dei colleghi europei che sono stati dotati di dispositivi di protezione e difesa e di strumenti come ad esempio il taser, elemento deterrente  chiaro e diretto, rivolto a tutti questi picchiatori da strada. Roma e gli episodi sullodati, sono solo gli ultimi fattacci di una cronologia infinita; minacce, aggressioni, danneggiamenti, senza poter intervenire o meglio, doverlo fare con garbo, misura ed eleganza, virtù buone per una serata danzante ma, se la serata è in una delle strade di una qualsiasi città, davanti a figuri armati e pronti a “farti fuori”  allora garbo, misura ed eleganza diventano inutili e buoni soltanto per un necrologio. Era utopistico mettere fiori nei cannoni cinquanta anni fa, figuriamoci adesso….Questo, in Europa è stato recepito e ci si è regolato di conseguenza, qui da noi, purtroppo…..buona fortuna a tutti.

By Massimo “Max” Castagna

IL FUORI CORO

Una risposta a “QUESTA EUROPA, QUALE EUROPA”

  1. Giovanni Battaglia dice: Rispondi

    Grande Max, come tuo solito hai perfettamente illustrato la situazione e centrato i punti salienti. 💪💪💪

Lascia un commento