DANTE ARISTIDE ROSSI – MILANO27 maggio 1926 – 27 maggio 2021
È la notte tra il 13 e il 14 maggio 1926. Dante Aristide Rossi, addetto al servizio di sorveglianza di Piazza Duomo, nota uno strano movimento in via Orefici. Accorre quindi sul posto, dove due colleghi avevano chiesto i documenti al conducente di un veicolo fermo con il motore acceso e probabilmente modificato. A bordo del veicolo vi erano 6 uomini, alcuni conosciuti come noti squadristi e comparsi più volte nella cronaca delle bastonature.
Dante Aristide Rossi, resosi conto della situazione e del fatto che gli animi si stanno scaldando oltre il dovuto, in quanto vigile “anziano”, con i suoi 19 anni di servizio, fa allontanare i due colleghi che invece sono solo in prova. Si ritrova quindi da solo ad affrontare gli insulti ed i tentativi di allontanamento del conducente, al quale danno man forte anche gli altri presenti. Dante Aristide Rossi viene così circondato ed aggredito violentemente a colpi di bastone e soltanto quando stramazza al suolo privo di sensi, pesto e sanguinante, gli squadristi se ne vanno.
Viene soccorso poco dopo dai colleghi e trasportato presso la guardia medica di Via Agnello, a poche centinaia di metri di distanza, da dove poi, vista la gravità della situazione, viene trasferito all’Ospedale Maggiore. Le sue condizioni sono gravissime, non riprenderà mai conoscenza e, dopo 13 giorni di agonia, il 27 Maggio muore.
Alcuni degli individui coinvolti nel pestaggio vengono arrestati, altri seppur identificati restano latitanti ma, al processo che si tiene poi a dicembre dello stesso anno, vengono assolti dal tribunale di Milano e scarcerati. I funerali di Dante Aristide Rossi, si svolgono il giorno successivo alla sua morte. Il corteo funebre parte alle 18 dall’Ospedale Maggiore, tra due fitte ali di cittadini, accorsi numerosi alle esequie.
La bara è circondata da una rappresentanza di venti vigili urbani che fanno la scorta d’onore mentre altri vigili in numero imponente sono presenti ad accompagnare il corteo.Dante Aristide Rossi aveva 46 anni, era un bell’uomo, alto e distinto, amato e stimato per il suo carattere e la sua onestà.Nato e vissuto a Milano, era sposato con Massimina, di nove anni più giovane, e avevano una bambina di dieci anni. Una famiglia semplice, tranquilla e serena. Fino a quella notte. Massimina non si riprese più e morì due anni dopo, a solo 39 anni. La bambina restò sola ed ebbe una vita lunga, seppure non facile, trascorsa nel ricordo di quella notte in cui, nella piazza più bella di Milano, tutto per lei cambiò. Si sposò ed ebbe una figlia che crebbe con l’immagine del nonno sbiadita su una credenza. Lo stessero fecero i figli, i bisnipoti di Dante Aristide. La bisnipote, nel corso degli anni, ha ascoltato più volte dalla voce della nonna, la storia di quel bisnonno vigile con cui sentiva particolarmente legata, in una vicinanza inspiegabile e, nel 2015, 89 anni dopo la morte di Dante Aristide e 87 dopo quella di Massimina, è riuscita a riunire, seppur simbolicamente, le ceneri dei due avi, ricongiungendo nella morte quello che un tragico destino aveva separato in vita. I resti mortali riposano in due urne vicine al cimitero Maggiore di Milano, a Musocco. La memoria è un pezzo di storia e per questo è un onore per noi mantenerla sempre viva. Personaggi di questo spessore morale e professionale meritano di entrare a far parte della Memoria Storica degli appartenenti alla Polizia Locale di tutta Italia perché rappresentano motivo di orgoglio per la Polizia Locale di Milano e per tutti noi.
ONORE A DANTE ARISTIDE ROSSI!
ONORE AI CADUTI DELLA POLIZIA LOCALE!